Vespe e calabroni: conosciamoli più da vicino

Vespe e calabroni: conosciamoli più da vicino

Chi è stato punto da una vespa sa quanto questo possa essere doloroso. Sebbene generalmente non attacchino senza essere state disturbate, la più piccola minaccia è sufficiente per far scattare un poderoso attacco. Se il nido viene disturbato, le vespe all’interno sentendosi minacciate possono diventare aggressive, inducendo a pungere chiunque si trovi nelle vicinanze. Il loro pungiglione, a differenza di quello delle api, non rimane nella ferita, se non in rari casi, quindi può essere usato più volte.

La loro puntura libera una parte di veleno non particolarmente alta, ma capace di provocare reazione allergiche anche letali. Si tratta di una reazione chiamata anafilassi, per cui è sempre necessario un tempestivo intervento medico. Anche gli individui non allergici possono manifestare reazioni gravi alle punture, in genere dolore immediato, gonfiore e rossore localizzati, spesso anche prurito.

Oltre a questo problema, vespe e calabroni si nutrono della carne di altri insetti e prediligendo sostanze alimentari zuccherine possono contaminare alimenti destinati al consumo umano.

La livrea a strisce gialle e nere e gli occhi dall’aspetto più o meno reniforme che rendono le vespe facilmente distinguibili dagli altri aculeati.

Fra i vespidi più comuni nelle nostre regioni vi sono:

  •     la vespa comune (Vespula vulgaris): diffusissima nei boschi e nei giardini, costruisce il nido nel terreno o in vecchi ceppi e può essere molto fastidiosa;
  •     la vespa germanica (Vespula germanica) o di terra: particolarmente aggressiva, preda gli insetti e li rinchiude nelle celle insieme alle uova, in modo che le larve che ne usciranno se ne nutrano;
  •     il calabrone (Vespa Crabro): definito in modo gergale vespe gigante, è, infatti, molto più grosso delle vespe (2-5 cm di lunghezza) e si riconosce per la tinta rossiccia della parte anteriore del corpo. È il più temibile dei vespidi;
  •     la vespa cartonaia (Polistes gallicus): così chiamata per il materiale con cui confeziona il nido, si incontra in tutta l’Europa meridionale. Si differenza dalle altre perché crea nidi appesi a grondaie e balconi, con un solo favo orizzontale. Tra le vespe infestanti è la meno aggressiva.

Da alcuni anni è apparsa anche una vespa asiatica, molto grande e pericolosa.

Il ciclo biologico segue una linea schematica comune per quasi tutte le specie. Generalmente, i membri della famiglia dei vespidi vivono in società in cui si trovano femmine feconde e altre sterili. Più attivi di quelli delle api domestiche, i maschi dei vespidi si alimentano da soli anziché lasciare questo compito alle operaie. Le colonie di vespe sono sempre annuali e i nidi (favi) vengono utilizzati per una sola estate. La femmina fecondata, che ha trascorso l’inverno in letargo rifugiandosi sotto le cortecce, nelle screpolature dei muri o tra le foglie secche, compare agli inizi della primavera e si mette alla ricerca di un luogo adatto alla costruzione del nido. Dopo aver deposto un uovo in ogni cella, la femmina si occupa dell’approvvigionamento alimentare delle larve. Appena si trasformano in ninfe, la madre chiude le celle con un diaframma di carta. Dopo alcuni giorni nascono delle femmine sterili, un po’ più piccole della madre, che svolgeranno la funzione di operaie, provvedendo alla costruzione di nuove celle, alla manutenzione del nido e al nutrimento delle larve. Le operaie abbandonano la costruzione del nido solo con l’arrivo della cattiva stagione, mentre la regina potrà dedicarsi esclusivamente all’attività di procreatrice.

Nel prossimo articolo del blog di Ripa Disinfestazioni scopriremo i metodi più diffusi per la disinfestazione di vespe e calabroni! A presto!